La tendenza (durante la corsa) ad avere un appoggio al suolo del piede molto distante dal proprio baricentro corporeo viene definito (in termine tecnico) “overstride”. E’ proprio questa tendenza che predispone il runner ad avere un impatto di tallone con il conseguente sovraccarico dell’articolazione del ginocchio (rispetto alle articolazioni di piede e caviglia). Questo appoggio di retropiede li rende suscettibili a sviluppare infortuni legati all’articolazione femororotulea perchè lci sono delle forze che dal tallone si propagano lungo la tibia fino ad arrivare al ginocchio che, assorbe gli urti generati dal contatto del piede con il suolo.
Contrariamente a quello che molti pensano, l’overstride può essere favorito anche dalle scarpe utilizzate per correre. Infatti diversi tipologie di scarpe che presentano un tacco morbido e ammortizzato stimolerebbero i soggetti durante la corsa ad avere un appoggio di tallone. Esistono diverse strategie per provare a ridurre l’overstride , favorendo l’appoggio al suolo con la parte anteriore del piede. Una di queste è aumentare la cadenza dei passi perché in questo modo si riduce la distanza del passo rispetto al baricentro corporeo.
Un’altra strategia può essere quella di cambiare il tipo di scarpe utilizzate. Adottando infatti scarpe minimaliste, ossia che riducono il dislivello di gomma presente tra pianta del piede e terreno, si favorisce un appoggio di mediopiede o di avampiede.
Bisogna tuttavia distinguere da caso a caso. Nonostante l’overstride ed il conseguente appoggio di tallone siano connessi agli infortuni del ginocchio, non è detto che la modifica di questi due parametri sia risolutiva per ogni tipologia di infortunio nel runner.
Riccardo Padovani, fisioterapista