Alla base di tutto c’è l’equilibrio. Se viviamo con grossi sbalzi di glicemia, pressione o il peso la salute peggiora. Cinque anni di ricerca su persone tutte sane e al momento dell’inizio dello studio senza problemi di diabete, malattie cardiovascolari, ipertensione, colesterolo alto. Lo studio ha dimostrato che le fluttuazioni sono molto pericolose perché rispetto a chi è rimasto stabile, chi ha avuto variazioni di questi parametri ha registrato una mortalità del 127 per cento più elevata, un rischio di infarto del 43% più alto e un aumento del 41% della probabilità di ictus. Lo studio prevedeva la semplice osservazione ma i dati confermano e autorizzano a pensare che mantenersi in un “intervallo stretto” di peso, pressione, glicemia e colesterolo sia importante per stare in salute.
Oscillazione di peso nel breve periodo (ad esempio se un giorno mangiamo troppo e un altro tiriamo digiuniamo) non ha effetti negativi sulla salute ma diventa dannosa la fluttuazione per periodi più lunghi (diete per settimane o mesi e poi un’alimentazione normale recuperando i chili persi “con tanto di interessi” e facendo ingrassare otto volte su dieci).
Fondamentalmente cosa accade? Si ricomincia a mangiare normalmente ma l’organismo (tenuto a stecchetto) vuole mettere da parte tutto il cibo che gli forniamo, il cortisolo alto fa aumentare l’insulina e questa porta a immagazzinare l’energia sotto forma di grasso. Ed ecco qui! La bilancia torna a salire e, soprattutto, peggiora il profilo cardiovascolare perché il grasso in più va ad accumularsi soprattutto intorno all’ addome (il posto peggiore, non tanto dal punto di vista estetico ma fisiologico) dove si producono citochine pro-infiammatorie e molecole che contribuiscono ad alzare la pressione.