Perchè le donne non si sottopongono agli screening di prevenzione? Per la paura del risultato. Questo quanto emerge dai risultati di un’indagine di Nomisma (per conto dell’Osservatorio Prevenzione e Salute di Unisalute). 1300 donne fra i 30 e 65 anni: l’87% crede nella prevenzione oncologica ma il 13% non la prende sul serio: il 34% per paura degli esiti, il 31% “per pigrizia”, il 24% per “imbarazzo”, il 21% “pensa di non averne bisogno”, il 15% “non ha avuto tempo” e all’11% “nessuno lo ha consigliato”. Fa pensare.
Come fa pensare che in quell’87% esista una grande differenze geografica e di cultura: il dato vale infatti il 90% nel Nord-Est e l’83% nel Sud e isole, il 91% fra donne con buona considerazione di sé e 77% per chi ha un titolo di studio basso. Risulta inoltre che il 79% si è sottoposto a mammogafia ma il 15% non l’ha mai fatta e il 76% si è sottoposto a Pap test ma mai l’11%.
Ci si rivolge di più al servizio pubblico (dove oltre il 50% deve aspettare più di due mesi per la visita, mentre l’84% che si rivolge al privato aspetta meno di un mese. Unisalute, prima assicurazione sanitaria in Italia per numero di clienti, sottolinea l’importanza dei percorsi di prevenzione e della collaborazione fra pubblico e privato e ha affidato la divulgazione dei benefici della prevenzione oncologica a Marco Bianchi, influencer e divulgatore scientifico per la Fondazione Umberto Veronesi, forte di circa 20 milioni di contatti fra Instagram, Twitter e FaceBook.
Fonte: leggi qui