Quando parliamo di fascite plantare ci viene subito da pensare ai runner (ma non solo) e chi ne ha sofferto lo sa: è lungo e doloroso uscirne. Non puoi correre e a volte neanche camminare. Ma con i giusti trattamenti e consigli si può fare. Specie se si tratta di fisioterapisti e professionisti della riabilitazione. Insomma, se ne esce.
Ma cos’è esattamente? Una patologia infiammatoria della guaina (fascia) che riveste la muscolatura della pianta del piede e si concretizza con un dolore al tallone (tallonite o tallodinia), dove la fascia stessa prende la sua inserzione.
Una causa predisponente è la conformazione del piede cavo, che implica una tensione della fascia plantare sottesa alla concavità stessa, come la corda di un arco. Questa caratteristica anatomica, predispone di più soprattutto se si aggiungono sovrappeso, attività sportiva eccessiva o sport come corsa, basket, tennis e calcio.
L’età di insorgenza più frequente di tale patologia è tra i 40 e i 60 anni e il sintomo principale è il dolore localizzato al tallone o nel centro della pianta del piede. Si sviluppa gradualmente ed generalmente è più acuta al mattino (quando ci si alza dal letto) e tende a diminuire dopo aver effettuato i primi movimenti, per poi riacutizzarsi dopo essere stati seduti a lungo.
La diagnosi della fascite plantare viene effettuata dopo una visita specialistica ortopedica o dopo aver effettuato una radiografia sotto carico. Si può associare la terapia fisica e farmacologica (farmaci anti-infiammatori non steroidei e corticosteroidi), stretching ed esercizi di rafforzamento, onde d’urto, laser terapia e ultrasuoni.
Il Poliambulatorio Santa Crescenzia ha tutto questo: ortopedico, fisiatra, fisioterapisti, osteopata e riabilitazione.