Salute & Bellezza. Perché quest’ultima è un elemento indispensabile di tutta la nostra vita
Un libro dedicato alla bellezza ma che va molto oltre la chirurgia estetica, ossia, l’ambito professionale del dottor Umberto Napoli, medico del Santa Crescenzia di Magenta, centro con cui collabora ormai da tempo.
Innanzi tutto, è curioso capire le ragioni che stanno dietro alla realizzazione di un e-book con ovviamente anche un’edizione cartacea per chi lo desideri.
Napoli che ha trascorso la sua vita tra Milano e Torino e ha scelto quest’ultima città, dove vivere con la sua famiglia, racconta della sua passione per il leggere. Con standard di lettura che vanno ben oltre quella che è la media nazionale, visto che il suo target è di 20/30 titoli all’anno. “Mi capita di muovermi spesso per lavoro – spiega il medico – e utilizzo al meglio questo tempo in quella che è da sempre la mia passione. Il treno per questo è perfetto. Leggo, annoto, trovo spunti molto interessanti anche sotto il profilo della ricerca”.
E’ così che il sogno nel cassetto di scrivere un libro su quello che è l’oggetto della sua professione, ma più ancora, rispetto a ciò appare come il fil rouge di tutta la nostra esistenza, è diventato realtà. L’occasione ideale l’ha fornita il lockdown del 2020 (marzo-maggio).
“In quel periodo – spiega Napoli – il mio settore era completamente fermo. Così vista la mole di materiale messo via e il tempo a disposizione ho deciso di intraprendere questa avventura”.
Che lo è stata a tutti gli effetti, perché per i neofiti – ma per chiunque – non è facile cimentarsi col mondo dell’editoria. Ma Napoli ci ha preso gusto se è vero che ha già messo in cascina il seguito.
“Alla fine dopo varie ricerche, ho scelto la strada dell’auto pubblicazione. In rete ci sono diversi siti che sono in grado di fornire il pacchetto completo, chiavi in mano, come si dice. Con un lavoro che va dall’editing fino alla produzione dell’e-book e di una prima tiratura cartacea”.
Oggi il volume del dottor Napoli è recuperabile anche attraverso le principali piattaforme come Amazon ma anche attraverso circuiti più territoriali come quelli, per esempio de Il Libraccio. Intanto la prima stampa è andata esaurita.
Il volume che è andato sul mercato nemmeno un mese fa, ha subito riscosso un buon successo di pubblico. Questo anche perché va considerata la grande e corretta attenzione al mondo della comunicazione che il professionista ha sempre riservato. “Diciamo che i 10.000 seguaci che ho su Facebook, in pratica tutti ricompresi tra la platea di miei pazienti e conoscenti, così come gli 8.000 che ho su Instagram, sono stati i primi destinatari di questa iniziativa editoriale”.
A tal riguardo, Napoli ci svela anche un segreto rispetto al titolo. “All’inizio sarebbe dovuto essere ‘Cucite di sogni’. Poi però (e lo si capisce molto bene anche da quanto ci racconta Napoli) la scelta ha puntato sul concetto di bellezza”. Che travalica il mondo della chirurgia estetica e che abbraccia, appunto, la vita dell’uomo.
Di questo si parla nel libro, così come si riserva un capitolo altrettanto significativo al distinguo tra bellezza naturale e artificiale. “Quando introduciamo questo secondo concetto – sottolinea il medico – rimarchiamo come la seconda sia figlia della prima e che l’uomo abbia deciso di crearla in primis per soddisfare un proprio desiderio”. E qui si nota subito come il ragionamento di Napoli si faccia più ampio e abbracci, per esempio, la bellezza artistica e come il medesimo concetto di bellezza si evolva con l’evoluzione della mente stessa dell’uomo. Strettamente correlato e succedaneo è allora il tema della bellezza oggettiva e soggettiva.
“Perché ci sono dei canoni imprescindibili che valgono per tutti. Si tratta di un giudizio che si forma sulla scorta di fattori culturali ed esperienziali innanzi tutto”.
Certo è – e questo passaggio – ci porta, di fatto, nel mondo della chirurgia estetica e delle imperfezioni che ciascuno di noi ha, che la bellezza non è misurabile scientificamente.
“Intendiamoci abbiamo detto che vi sono dei criteri di oggettività, ma poi dovendo fare un’ipotetica classifica è naturale che subentrino altri fattori. Diversamente non vi sarebbe sempre quel corollario di polemiche classiche al termine di ogni concorso di bellezza”.
La riflessione di cui sopra, se rovesciata, vale anche per la bruttezza o se preferiamo dire, per i difetti. E’ qui che s’inserisce e viene ben esplicitato il ruolo del medico di chirurgia plastica, che al di là dei luoghi comuni e degli stereotipi che vorrebbero tratteggiare questo mondo come frivolo e superficiale, non lo è affatto.
“Pensiamo ad un difetto piuttosto comune, quello delle orecchie a sventola. C’è gente che ne fa un dramma, ma ve ne sono molte altre che vi convivono senza problemi. La questione di fondo è sempre il rapporto costi/benefici. Mi faccio operare a cinque anni e così risparmio anni e anni di angherie e commenti poco piacevoli, oppure, ci convivo benissimo, lo considero un mio tratto e lo accetto senza particolari patemi?”.
Il quesito posto dal dottor Napoli è quello che deontologicamente dovrebbe porre qualsiasi bravo chirurgo plastico al proprio paziente prima di arrivare all’intervento di chirurgia. “C’è una funzione sociale in questo che troppe volte non viene considerato nel mondo dell’estetica. E invece se ci si comporta in un certo modo, vi assicuro che si possono recuperare situazioni anche molto complesse dal punto di vista psicologico, a patto ovviamente che la paziente o il paziente, comprendano questo messaggio”.
Napoli entra così nel dettaglio della sua quotidianità con ragazze che sovente si rivolgono alla sua professionalità per problemi che in realtà non esistono. “Io faccio sempre l’esempio del buchino nella calza. Alcuni ne sono consapevoli di averlo e sanno anche che il pubblico che gli sta attorno non lo noterà, altri invece, pur sapendo che quel buchino saranno davvero in pochi ad individuarlo, vivranno con grande disagio questa situazione”.
E’ qui che allora il chirurgo plastico deve fare un passo indietro. “Quando si ha davanti persone che vivono davvero male quel difetto allora bisogna assecondarle , ovviamente, proponendo loro soluzioni che siano le più congeniali e naturali possibili”.
Perché diversamente si cade nel cosiddetto “effetto supernormale” che il dottor Napoli sintetizza ancor meglio così: “E’ l’effetto UAOO!!!, che però parte da una visione distorta della realtà con la conseguenza che superato un certo limite l’intervento estetico porta con sé solo svantaggi”.
Il mondo dello spettacolo peraltro è pieno di celeberrimi esempi. Dal seno scultoreo di Pamela Anderson la famosa bagnina delle spiagge americane, superate quelle dimensioni si rischia di andare oltre una sorta di ‘punto d’equilibrio’ con il risultato che tutto quello che viene dopo appare come macchietta o grottesco se preferite. Di esempi anche il palcoscenico italiano è pieno o per una questione di rispetto, preferiamo non far nomi. Gente che si è letteralmente rovinata con le proprie mani.
“Ovvio però che il messaggio che deve arrivare dalla chirurgia plastica è esattamente l’opposto. C’è una funzione sociale ed educativa che deve essere messa in primo piano, poiché alcuni stimoli se ben interpretati possono davvero migliorare la vita a tante persone”.
Ma sempre tenendo ben presente quel concetto di bellezza autentica che accompagna tutta la nostra esistenza. Perché quella, appunto, non avrà mai fine.