Paura del movimento (kinesiofobia) ovvero “ho paura a compiere movimenti fisici per un senso di vulnerabilità verso un infortunio doloroso o una recidiva”. E questa paura è un problema perchè influenza negativamente il recupero dopo un evento acuto (come un mal di schiena o un colpo di frusta) e le strategie (suggerite dalla letteratura scientifica) per affrontare il problema. Ma facciamo un esempio.
Una persona ha un attacco di mal di schiena e vive l’esperienza del dolore: cosa passa nella sua testa? “Dovrò muovermi con cautela per non danneggiare la mia colonna vertebrale” o “sento dolore perché sicuramente c’è qualcosa fuori posto nella mia schiena”. I pensieri negativi e la paura porterebbero a sviluppare comportamenti da evitamento rispetto al movimento oltre che ipervigilanza rispetto al dolore; saremo sempre sintonizzati sul sintomo dolore per captare ogni minima variazione. Questo porta inevitabilmente ad una riduzione delle attività svolte con conseguente protrarsi della condizione dolorosa in un circolo vizioso. Il dolore (e il freno quindi al movimento) è positivo perché rappresenta un campanello di allarme e ci protegge ma se non ci rimettiamo presto in moto l’effetto nel lungo termine sarà negativo (lo schema spiega bene il meccanismo!).
Una recente revisione sistematica ha evidenziato che livelli elevati di kinesiofobia sembrerebbero predire non solo lo sviluppo di maggior disabilità nel tempo ma anche una peggior qualità della vita rispetto alle persone che non lo presentano. Per questo è importante rilevare il grado di paura del movimento prima di iniziare la fisioterapia. Come? Tramite un questionario chiamato Tampa Scale of Kinesiophobia che valuta sia le credenze legate alla relazione danno-dolore sia quelle legate all’evitare le attività che provocano il sintomo.
La soluzione a questa paura è quindi proprio riprendere (gradualmente) a muoversi perchè l’esposizione graduale alle attività evitate e all’esercizio fisico sembrerebbero essere le strategie più efficaci per contrastare la kinesiofobia: con l’aiuto del fisioterapista potrai comprendere meglio il sintomo dolore, chiarendo eventuali dubbi e iniziando ad “abbassare il volume della radio che riproduce il dolore”.
Fisioterapista