Equipe

  • Assunta dell’Anno (Infermiera)
  • Manuela Cattaneo (Infermiera)
  • Silvia Agnelli (Infermiera)

Nel panorama sanitario attuale, numerose professionalità hanno, nel corso degli anni, gradualmente precisato il proprio contributo originale nel campo della cura e dell’assistenza.

Sappiamo perfettamente che il medico si occupa di individuare una diagnosi (medica) e di impostare un processo terapeutico; l’ostetrica è il professionista di riferimento della donna durante tutta la gravidanza; il fisioterapista si occupa della riabilitazione delle disabilità…in tale prospettiva, qual è il contributo autonomo dell’infermiere?

L’assistenza infermieristica ad oggi consiste essenzialmente nel prendersi carico delle conseguenze della malattia di tipo fisiologico, psicologico e sociale sul vivere quotidiano e sull’autonomia della persona considerata nella sua totalità e soggettività; si caratterizza per un complesso insieme di attività nelle quali è possibile riconoscere una dimensione tecnica ma anche e soprattutto relazionale ed educativa.

Prendersi carico: vuol dire essere il punto di riferimento della persona assistita e la sua famiglia, indirizzarli durante il loro percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale e guidarli nella selva burocratica del SSN.

Un vero e proprio manager dell’assistenza. Prendersi carico dell’assistito non equivale alla somma delle varie attività manuali sull’assistito; altresì è una attività intellettuale che riconosce nella pianificazione assistenziale lo strumento principale d’azione.

Fonte: NurseTimes